Ma andare dall* psicolog*, servirà poi a qualcosa? – Ma ti aiuta veramente la psicologia? – Se devi parlare con qualcuno parla con gli amici, almeno è anche gratis! – Io mi vergogno a dire certe cose, e poi a che serve parlarne? – Come può un* sconosciut* capirmi?! – Nessuno mi conosce meglio di quanto mi conosco IO!
L’effetto che queste frasi pronunciate nei più disparati contesti e dalle persone più diverse possono avere sugli altri è molto vario: nel convinto anti-psy si radica la credenza che andare dalla psicologa è inutile e dispendioso, dato che può cavarsela da solo e al massimo chiedere al migliore amico. Se casualmente seduto accanto a lui si trova qualcuno che invece si avvale del servizio di un* psicolog* con soddisfazione, quella persona potrebbe dar luogo ad un acceso dibattito in cui spiega i perché ed i percome della sua scelta. E la terza persona seduta con loro che va dall* psicolog* o che sta pensando di andarci ma ancora è titubante potrebbe provare ad esempio vergogna per la richiesta d’aiuto e potrebbe sentirsi non in grado di cavarsela da sola, arrivando ad arrovellarsi su cosa sia giusto o sbagliato.
Questi sono solo alcuni dei possibili personaggi da bar semplificati per estremi, ciò che conta è riuscire a fare un po’ di doverosa chiarezza riguardo una questione che è estremamente delicata: quella dell’aiuto per se stessi che passa anche dalla richiesta d’aiuto portata all’altro.
Sì, perché andare dall* psicolog* significa richiedere aiuto, un sostegno; significa rispondere alla necessità di mettere in ordine alcune parti di sé che hanno cominciato a creare un po’ di problemi. Questa operazione la si può iniziare a fare con gli amici, i genitori o dei confidenti ma richiede delle competenze specifiche quando vengono tirate in ballo parti importanti della persona, vissuti delicati e magari dolori, componenti di sé che si fa fatica a comprendere davvero.
Si può andare dall* psicolog* per fare chiarezza su dei dubbi e cercare risposte a domande che ci spaventano. Andare dall* psicolog* può servire per ascoltarsi e dare un nome a dei pensieri e dei vissuti, parti di sé che fino a quel momento non erano molto comprese e creavano qualche contrasto. Andare dall* psicolog* può essere d’aiuto per affrontare un momento di smarrimento e di difficoltà, e andarci assieme alla persona a cui si tiene può servire per capire al meglio come ci si muove entro certe relazioni e perché si mettono in atto alcune dinamiche. Si può andare dall* psicolog* per molti motivi, tutti diversi perché ogni persona è unica ma ciò che accomuna queste richieste d’aiuto è la voglia di provare a stare meglio e il desiderio di chiarezza.
Quindi, come fa l* psicolog* ad aiutarmi davvero? E quando dovrei rivolgermi a l*i?
L* psicolog* è un* professionista della relazione che interviene lavorando con la persona, portando avanti assieme a lei un percorso di conoscenza che approfondisce ed osserva i nodi critici che emergeranno con l’obiettivo di scioglierli o, quanto meno, conoscerli molto bene. Questo è possibile grazie allo sguardo competente del* professionista ed alla volontà della persona che si mette in discussione. Per tutte queste competenze acquisite nel corso della sua formazione l* psicolog* non è un* confidente con cui chiacchierare ed è qualcosa di più dell’amico con cui sfogarsi: è una persona che mette al servizio dell’altr* la sua capacità d’osservazione e comprensione che si serve di due strumenti in particolare: la relazione ed il dialogo.
Si richiede l’aiuto dell* psicologé per moltissimi motivi e l’urgenza non è necessaria, anzi. Rivolgersi all* psicolog* in assenza di urgenze permette di concentrarsi su aspetti di sé e della propria storia con attenzione focalizzata alla conoscenza profonda. Arrivando magari a prevenire l’urgenza. Laddove si presenti invece una necessità impellente l* psicolog* saprà accogliere l’emergenza e lavorare assieme alla persona per gestirla al meglio e se possibile risolverla.
Ci si può quindi rivolgere all* psicolog* perché il nostro umore non ci permette di vivere serenamente le giornate, perché si manifestano pensieri o comportamenti che non riusciamo a spiegarci o controllare, per malesseri di tipo ansioso che creano difficoltà e disturbano nel corso della giornata portando a non concentrarsi, per tutti i problemi a cui non troviamo spiegazione. Si arriva se si è stati indirizzati dal proprio medico o da altri specialisti che non hanno trovato soluzione ai nostri problemi e anche per avere sostegno in un momento delicato della vita come quello di un lutto, una malattia cornica o di una scelta particolarmente difficile. Si richiede aiuto per motivi personali o portando problematiche che riguardano la nostra persona in relazione con altri parlando quindi di difficoltà familiari o di coppia laddove sia difficile: comunicare, arrivare a prendere una decisione comune o gestire in serenità le situazioni del quotidiano più o meno complesse.