Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg.

Inauguro oggi l’angolo delle recensioni letterarie, cominciando con una lettura recente che mi è rimasta nel cuore. Molti avranno presente lo splendido film magistralmente interpretato da grandi attrici ma io oggi parlo della carta da cui quelle donne sono emerse grazie alla penna di Fannie Flagg.

Fannie Flagg

Pomodori verdi fritti:

Questo libro mi ha catturata e trasportata in giro per l’America con una facilità incredibile: lo stile semplice (qualcuno potrebbe dire fin troppo!), i salti temporali gestiti con limpidezza e la storia avvincente sono un trinomio perfetto coronato da dolcissimi personaggi che non si svelano completamente al lettore e lo lasciano così libero di completare il puzzle come meglio la sua fantasia ritiene.

La potenza della Flagg è quella di aver scritto un romanzo che ancora oggi è attuale. Il razzismo, il sessismo, il lutto, l’omofobia e la xenofobia, l’eutanasia, la precarietà della società, la depressione e la vecchiaia sono i temi che tratteggiano questo racconto, intrecciandosi con le vicende di tutti i giorni che i protagonisti sono affaccendati a vivere. Non spenderò parole adesso su questi singoli immensi argomenti ma piuttosto vi parlerò di questo romanzo.

La trama e i suoi protagonisti (senza troppi spoiler):

Pomodori Verdi Fritti, ed. Bur

Il libro attraversa decenni di storia che partono dagli anni 20 del novecento: siamo in piena Alabama e la gente bianca sta iniziando a convivere con le persone di colore che non subiscono più il giogo della schiavitù. Veniamo accolti da una numerosa famiglia che vivrà un improvviso terribile lutto. Vediamo nascere l’amore fra due donne che scelgono poi di combattere l’insensato razzismo e le disuguaglianze tutte nutrendo chiunque venga al loro caffè a prescindere dal colore della pelle e dall’estrazione sociale. Intorno a questo caffè accadono fatti e si intrecciano storie che hanno il grande pregio di essere comuni alle nostre.

I protagonisti del libro non sono eroi dai tratti invincibili che non soffrono mai: sono personaggi normali che affrontano la quotidianità. Conosciamo una donna più vicina a noi (anni 60) e la conosciamo depressa, annoiata, infelice e affamata: di cibo come di storie e di vita. Avremo a che fare con un ragazzino che sfregiato da piccolo crescerà imparando a sentirsi adeguato e accettato. Conosceremo le pene d’amore di uomini e donne e quanto le persone possano arrivare ad essere malvagie ed altre estremamente buone. Verremo commossi dalla spensieratezza con cui si può arrivare a vivere la vecchiaia, riscoprendo la speranza.

Per concludere…

Consiglio di cuore questo libro a chi abbia voglia e necessità di una lettura che scorre semplicemente riuscendo ad affrontare con schiettezza tematiche che portano a riflettere. Non è un libro complicato, non è banale e non vi troverete dentro solo lieti fine.

L’impegno che questa storia porta con sé arriva non tanto durante la lettura quanto alla sua fine, quando terminata la storia si resta a riflettere con tutto quello che ci ha lasciato.

Anna Maria